mercoledì 21 dicembre 2016

E arrivano le feste natalizie....

Beh!
Che dire?
Ogni anno arriva questo momento magico delle feste Natalizie.
Ricordo con grandissima emozione qualche mese prima di avere il biscottone che nel periodo Natalizio mi fermavo a sognare quanto sarebbe stato bello giocarci durante le feste scolastiche.
Perché proprio la scuola mi dava quella voglia di Commodore 64.
Tutti i santi giorni dalla fermata del autobus all’arrivo della scuola trovavo a metà strada un chiosco di giornali che aveva sempre in bella vista diverse riviste con cassetta relative ai sistemi videoludici …. ovviamente la maggior parte era legata alla macchina Commodore in voga negli anni ’80.
Ricordo che durante il periodo natalizio c’era una rivista con cassetta (di cui non ricordo il nome) che a caratteri cubitali richiamava all’attenzione come “SPECIALE NATALE” e sulla copertina c’erano le decine di foto dei giochi contenuti all’interno della cassetta.
Tutte le foto sfoggiavano giochi colorati con Babbo Natale a fare da padrone.
Io sbavavo e fantasticavo come un grande e sognavo di far girare quella cassetta dentro il mio registratore virtuale.
E adesso ….invece…. ne è passata di acqua sotto i ponti.
Sono arrivati tanti Natali e tante gioie e dolori hanno attraversato la mia vita, ma sono ancora qui a sbavare di tanto in tanto su un’epoca che non tornerà più (SIGH!).
E stavolta mi piace augurare un Buon Natale ed un felicissimo 2017 a tutti quelli che di tanto in tanto passano a leggere questo semplice blog.
Che sia un anno pieno di gioia.
Buone Feste a tutti.

venerdì 9 dicembre 2016

Commodore 64 o Amiga? Che dilemma!!!


E arrivò il giorno in cui dovevo mandare in pensione il Commodore 64 in cambio di un Amiga 500.
Già … come potevo fare a liberarmi di quel piccolo grande amore che mi ha accompagnato in tanti anni di onorate partite e sensazioni?
Non fu semplice, assolutamente.
Il dilemma a quei tempi mi è rimasto in testa troppi giorni: “Lo faccio oppure no? Merita oppure no?”.
Alla fine ho ceduto e per sopperire alla spesa che dovevo sostenere, trovai tramite un amica di mio padre l’acquirente per il mio biscottone.
Quanto mi pesò (sia fisicamente ma soprattutto moralmente) dover smontare e inscatolare tutto il materiale.
Quanto fu dura dover prendere pezzo per pezzo, riavvolgerlo e portarlo in macchina e sistemarlo per bene.
Quanto fu micidiale dover scaricare tutto verso la casa del nipote dell’amica di mio padre per qualche lira.
Mentre attaccavo e installavo tutto sul televisore del fortunato ragazzetto, ho avuto pure l’istinto di ristaccare il tutto e riportare a casa il mio fido amico di tante battaglie.
Anche perché lasciai pure tre mega scatoloni pieni zeppi di cassette di ogni colore che mi guardavano tristi (o almeno a me davano questa impressione) ed un contenitore pieno fino all’orlo di Floppy a doppio strato.
Insomma, alla fine con i soldi in mano ed una leggera lacrimuccia mi sono messo alla ricerca dell’Amiga.
Arrivò dopo pochi giorni tramite un usato e ad un prezzo neanche tanto malvagio grazie ad un privato che stava vicino casa mia.
Una volta attaccato il nuovo amico di casa Commodore alla tv il biscottone mi scomparve dalla testa ….. CHE TRADITORE!!!
L’Amiga mi ha davvero regalato infinite emozioni ed è stato per me un vero e proprio must della mia adolescenza.
Ci ho passato delle ore incredibili e la sua grafica e giocabilità mi hanno lasciato perennemente per ore davanti ad una tv con un joystick in mano.
Con il passare degli anni passai ai moderni PC, ma è pure vero che nell’invecchiare si ripensa ai bei tempi e il primo amore non si scorda mai.
Ed ecco che qualche anno fa è ricomparso a casa mia un Commodore 64.
Ed ecco che di tanto in tanto sento il bisogno di riaccenderlo per fermare il tempo della frenesia e di tornare ad annusare quei ricordi lontani che non sembrano neanche essere avvenuti veramente.
Ecco che arriva il sapore del tempo che passa e che si ferma agli anni ’80 grazie ad un mito intramontabile.

giovedì 17 novembre 2016

Snake Pit - Serpenti all'opera


Snake Pit è il classico gioco che nasce da un’idea semplice ma che ha una giocabilità disarmante.
Questo gioco (che io ho giocato sul Commodore Vic 20) è tutto questo … semplice nell’idea ma fantastico nella giocabilità.
Fa parte dei giochi che io oso definire “ciliegia”, dove una partita tira l’altra.
Fa parte di quei giochi dove si dice: “Adesso faccio l’ultima partita e poi smetto” e dopo 10 partite si è ancora lì a non riuscire di smettere.
Questo gioco datato 1982 è veramente favoloso!
Graficamente è anche fatto bene se si pensa su quale macchina gira e su quanta memoria deve lavorare.
Praticamente il nostro protagonista è una faccina bianca sorridente che deve girare per l’intero schema mangiando le palline disseminate lungo l’area di gioco.
Peccato che il nostro percorso non sia così semplice, dato che dentro  tutta l’area di gioco troviamo un bel po’ di serpenti colorati che non aspettano altro che mangiarci.
Questi serpenti (riprodotti davvero bene) incutono un gran terrore e non è assolutamente semplice cercare di evitarli per mangiare le nostre palline.
L’unica arma che abbiamo in nostro favore è cercane di raggiungere la coda dei nostri nemici dove li possiamo abbattere ed eliminare.
Arrivati ad una delle code il nostro omino percorre automaticamente il serpente fino alla testa e lo fa sparire … ma il tutto non è così semplice.
Mangiate  le palline ed eliminati i vari serpenti, si passa allo schema successivo che sarà più difficile del primo.
Giochi così dovrebbero essere tutt’ora messi all’opera anche nei moderni Pc/Console.
Sono dimostrazioni che quel che conta nei videogames non sono le grafiche super mega dettagliate con frame che fanno vedere i peli sulle braccia.
Questi giochi sono la dimostrazione che basta una semplice buona idea per rendere giocabile e divertente una serata davanti al nostro monitor.
Beati giochi di un tempo…. Quanto mi mancate!

venerdì 4 novembre 2016

Cartucce - Un emozione senza tempo


        

L’emozione più grande che mi ha dato il Commodore Vic 20 è stato quando per la prima volta ho preso in mano una cartuccia.
Come detto in uno dei primi post di questo blog, insieme all’acquisto del fratellino minore di casa Commodore (che è stato il primo oggetto videoludico che ho avuto) ho portato a casa un gioco su cartuccia dal nome di “Omega Race”.
Questi giochi avevano la particolarità di essere dentro una scatola con sfondo grigio/argento costellato dai colori più accesi.
Queste scatole avevano il logo “VIC 20” arcobalenato bello in alto mentre il logo della mitica Commodore si trovava sulla parte inferiore.
Nel centro della scatola c’era il titolo forgiato di un’immagine che parlava del gioco.
Immagini favolose, spettacolari, disegnate veramente bene …. Un acchiappo fantastico per chi gognava uno dei giochi per questa macchina straordinaria.
Quando si prendeva in mano una di queste scatole, guardando le scritte e l’immagine, si andava con la mente a fantasticare immaginandoci il disegno che si concretizzava sulla tv di casa sotto segno di pixel.
Già … i pixel … quello che vedevamo sulla tv per noi non era quello che in realtà appariva …  perché mentre giocavamo quell’omino deforme che vedevamo solo con gli occhi, in realtà lo immaginavamo come compariva nella scatola.
Durante il gioco molto era lasciato all’immaginazione.
Ognuno vedeva l’eroe davanti alla tv a modo suo e sicuramente non come appariva sullo schermo.
Ed ecco che (per esempio) l’astronave di “Omega Race” non era un triangolino, ma un astronave modello Star Wars che combatteva contro nemici pericolosi.
Ecco che “Clowns” non era fatto da omini stilizzati come si vedeva nella tv, ma la nostra mente li vedeva come veri e propri pagliacci vestiti e truccati di tutto punto come nel circo Orfei.
Dentro la scatola c’era il manuale della spiegazione del gioco ed ovviamente quello veniva letto di tutto punto e attentamente dalla prima all’ultima riga, senza perdersi una sola parola.
Io non so voi, ma ultimamente quando mi capita di comprare un gioco, tutto faccio fuorchè leggere il manuale della spiegazione del videogames.
Un tempo invece non si buttava via niente, tutto quello che c’era nella scatola veniva attentamente preso in considerazione.
E poi  arrivava lei…la cartuccia…bella, solida e bianca.
Che ci guardava con quella scritta monocolore e quei denti dorati da infilare nello slot apposito del Commodore.
E lì, una volta infilata, si apriva davvero un mondo …fatto di immaginazione e allegria.



mercoledì 26 ottobre 2016

International Soccer - Il vero calcio!!!


Perdonatemi per questa recensione che arriva dopo oltre un mese dall'ultima fatta.
Purtroppo sono stato preso dal troppo lavoro e non ho davvero avuto tempo utile per scrivere una nuova recensione.
Ma veniamo a noi.... Quale calcio mi ha regalato più emozioni nel  Commodore 64?
Sicuramente e senza ombra di dubbio dico ad occhi chiusi: “International Soccer”.
Questo gioco è nato nel 1983 (ebbene sì…sono passati ben 33 anni) ed è stato sviluppato dalla stessa Commodore.
Gioco fantastico (soprattutto se giocato in due, uno contro l’altro).
Il gioco già partiva bene perché si poteva scegliere il colore delle maglie tra le tante tinte a disposizione.
Tra le tante opzioni c’era addirittura il bianco/nero per chi ancora non disponeva di tv a colori (ebbene sì, nel 1983 non tutti avevano un televisore a colori).
C’erano ben 9 livelli di difficoltà da scegliere prima di iniziare la partita.
Addirittura ricordo che in caso di attesa davanti allo schermo, appariva una partita fittizia computer contro computer.
Direi un gioco avanti di diverse decine di anni rispetto agli attuali e con idee innovative.
Sia il giocatore più vicino all’attaccante avversario che quello che ha la palla, cambiano tonalità di colore rispetto agli altri.
Addirittura il giocatore che ha la palla al piede si muove più lentamente rispetto agli altri.
Nel gioco sono comprese le rimesse laterali, quelle dal fondo e i calci d'angolo.
I falli?
Non contemplati in questo gioco e per rubare la palla all'avversario basta raggiungerlo.
E come dimenticare alla fine della partita l’animazione straordinaria con la premiazione della squadra vincitrice?
Come dimenticare la mitica e bella (noi la vedevamo così) ragazza mora che portava il trofeo al capitano che poi sollevava la coppa?
Un gioco straordinario… giocabile… e incredibilmente competitivo nelle gare a due contro un'altra persona.
Un gioco che a suo tempo era avanti di molti anni rispetto a tanti che sono arrivati successivamente, perché comprendeva davvero tutti i crismi per farsi una bella partita a calcio virtuale… soprattutto tenendo conto in quanti pochi byte stava tutto il gioco.
E poi… come dimenticare il calciatore che prende la palla di testa e dalla difesa arriva in porta facendo goal sempre con la palla che gli rimbalza sul capo?
FAVOLOSO

venerdì 16 settembre 2016

Snoopy - Grande fumetto, grande gioco


Finalmente sono riuscito a scrivere un nuovo post dopo oltre un mese.
Mi scuso per tutti quelli che hanno aspettato, ma sia le vacane che la ripresa del lavoro mi hanno stoppato.
Finalmente adesso sono tornato.
E non potevo che ricominciare se non recensendo un gioco per Commodore 64.
Questo  gioco di cui parlerò adesso rispecchia al meglio cosa dovrebbe essere un videogioco, ovvero far divertire con un’idea semplice ma con una grande giocabilità.
Questo gioco creato nel 1984 si intitola “Snoopy”.
Ebbene si!!!
Il nostro protagonista è il simpatico bracchetto creato da Schulz e che ha come padrone il famoso Charlie Brown.
Snoopy in questo gioco deve attraversare 20 livelli, saltando ed evitando ostacoli, stando attento ai più piccoli imprevisti.
Niente di complicato sulla carta, in realtà in tutto il gioco basta muoversi, saltare e scegliere il tempismo giusto, ma non è così facile superare i vari livelli, soprattutto da un certo punto in poi (com’è giusto che sia).
Ricordo che vidi questo gioco a casa di una compagna di classe delle medie, poco prima che il biscottone entrasse a casa mia.
Fu amore a prima vista.
La cosa che mi fece letteralmente sbavare non era tanto dovuta al fatto che amassi particolarmente il fumetto, neanche la semplice giocabilità o il fatto che il nostro personaggio fosse riprodotto come meglio non si poteva sul C64 …. Quello che mi colpì letteralmente furono gli orecchi del nostro amico che si alzano nel  momento del salto.
Un’animazione fantastica …. Il cane saltava e le orecchie si alzavano, riabbassandosi in contemporanea alla tocco in terra dopo il balzo.
Un gioco che amo tutt’ora.
Ancora adesso spesso mi ritrovo a giocarci e come un tempo mi fa arrabbiare quando muoio negli schemi più semplici.
Come allora non riesco a staccarmici dopo che ho iniziato a farlo, una volta caricato mi rendo conto di fare partite su partite senza aver il coraggio di spengere il Commodore, sperando di andare sempre più avanti con gli schemi.
Da provare se non lo avete mai fatto.

mercoledì 10 agosto 2016

Lo so.......

....non mi sono fatto vivo da diversi giorni.
Adesso iniziano le meritate ferie.
Ci rivediamo a settembre con nuove...nuovissime recensioni.
Non perdiamoci di vista, mi raccomando.

mercoledì 20 luglio 2016

TOM - Un nuovo miracolo per Commodore (Amiga e 64)


Si può nel 2016 inventare qualcosa di nuovo e di molto utile per le macchine Commodore?
La risposta è una sola: SI!!!
Dopo la favolosa e imbattibile “Princess” della Manosoft (recensita su questo blog un po’ di tempo fa) arriva un prodotto impensabile fino a poco tempo fa.
Il prodotto si chiama “TOM” ed ha una funzione semplice ma utilissima.
Ma prima di spiegare a cosa serve faccio un piccolo passo indietro … tempo fa giocando al mio biscottone mi è venuto un pensiero.
Ho pensato ai famosi joystick per Commodore a 9 pin e come questi saranno fra qualche anno merce rara.
Mi è venuto da pensare che saranno sempre meno quelli funzionanti e soprattutto quelli con l’impugnatura solida con tutti i direzionali perfetti.
Basta vedere quanto costano su ebay o altri siti di compravendita  i famosi “Albatros” che si avviano anche sui 50 euro al pezzo.
Addirittura io personalmente chiesi anni fa su diversi forum commodoriani se esisteva qualcosa come questo “TOM” (di cui adesso dirò l’utilità) ma tutti mi risposero picche.
Adesso è uscito in sordina questo prodotto che ho voluto provare con l’incognita e il rischio di buttare via i soldi.
E invece mi ha dato un enorme soddisfazione.
Adesso mi direte … ma ci dici a cosa serve?
Ebbene, partiamo dicendo che TOM si mette su una delle porte a 9 pin dell’Amiga o del Commodore 64 (in quest’ultimo dato che non si inserisce, ci vuole una piccola prolunga maschio/femmina venduta a parte).
Dalla parte opposta di TOM c’è una porta USB dove poter attaccare un gamepad usb.
Ebbene si!!! Avete capito bene!!!
Possiamo giocare al Commodore 64 o all’Amiga con un gamepad usb.
Io l’ho provato ed è una figata pazzesca.
Non ci saranno più problemi causati da joystick che spesso hanno problemi di funzionamento o che si rompono con niente.
Adesso possiamo giocare con un qualsiasi gamepad usb, con una sensibilità favolosa e senza il rischio in caso di rottura di non sapere dove andare a sbattere la testa.
Se lo volete comprare, andate su questi indirizzi:
Sono gentilissimi e se non specificato arriva già configurato per Amiga.
Se invece lo volete usare su Commodore 64 ricordatevi di comprare anche la prolunga e chiedetegli di farvelo arrivare configurato per il biscottone.
Un prodotto che non vi deluderà.

lunedì 11 luglio 2016

Battle Chess - Gli scacchi umani


Mettetela come volete ma a me i giochi di scacchi su computer o console non mi sono mai e poi mai piaciuti… a parte uno.
Ricordo che ce n’era uno per Commodore 64 (di cui non ricordo il titolo) che aveva ovviamente una grafica blanda, ma soprattutto aveva un tempo di attesa per la mossa del computer da orchite.
Esiste fortunatamente un eccezione straordinaria che mi ha fatto giocare ad un gioco virtuale di scacchi in maniera appassionata per ore ed ore.
Il gioco in questione l’ho giocato su Amiga, si chiama “Battle Chess”, uscì nel 1988 e fu sviluppato dalla Interplay Entertainment.
Un gioco di scacchi diverso da tutti gli altri che ha dalla sua una giocabilità che nessun gioco del genere è mai riuscito ad eguagliare.
Come funziona? Facile!
Si inizia con la classica scacchiera e con i pezzi sistemati sulle loro posizioni.
La grafica è colorata e lo stile è cartoonesco.
Ovviamente si devono conoscere le regole di questo fantastico gioco antico e quando si gioca la prima volta, provando la mossa iniziale di Battle Chess si resta a bocca aperta.
Non è il classico pedone statico che si muove in orizzontale e si ferma, ma addirittura prende sembianze umane e cammina sulla scacchiera fino a fermarsi nel nostro punto indicato.
Addirittura quando un pezzo deve mangiarne un altro si crea un vero e proprio combattimento.
Il pedone, la torre, l’alfiere, il cavallo, il re o la regina …. tutti i pezzi della scacchiera diventano umani e si muovono, combattono e ci divertono.
Perché la vera novità e gioia di questo gioco è proprio il divertimento.
I combattimenti animati sono favolosi, da sganasciarsi dal ridere.
Ogni pezzo muore sotto combattimento in modo diverso in base a chi lo distrugge quindi, per fare un esempio, il cavallo ha un differente modo di morire dovuto al fatto che a farlo fuori sia l’altro cavallo, la torre o qualsiasi altro pezzo.
E sono tutti combattimenti con relativa morte che fanno ridere: la torre che si sgretola, il re che resta in mutande, il pedone che scappa ma viene preso al secondo tentativo di fuga … insomma … è favoloso e comico.
Ammetto che il mio pezzo preferito di Battle Chess sia la torre.
Quando si anima sembra il personaggio della “cosa” dei Fantastici 4 e il suo modo di distruggere gli avversari spesso è a suon di cazzottoni che ricordano il rimpianto Bud Spencer.
L’ultimo appunto è sul livello di difficoltà del gioco: io non ho MAI vinto.

giovedì 7 luglio 2016

Caricamenti infiniti


Riprendo in parte un argomento che avevo intrapreso in altri post e che vorrei scrivere in maniera più dettagliata.
Se c’è una cosa che mi ha faceva perdere la pazienza, erano i caricamenti delle cassette Commodore.
Tutti quei minuti estenuanti erano spesso frustranti perché di solito mentre caricava il primo gioco mi facevo il panino alla Nutella, al secondo andavo in bagno, al terzo leggevo qualcosa e al quarto già non sapevo più che fare.
Purtroppo questo capitava quando c’era una nuova compilation da vedere, sopratutto quando avevo pappardelle tipo il supplemento Edigamma da “100 Games” con 4 cassette da 13 giochi per lato.
Da una parte la curiosità di vedere i giochi contenuti, dall’altra lo spappolamento degli attributi dopo un po’ di caricamenti.
Anche gli Special Program provocavano a volte queste attese estenuanti: prima caricava il testo con la spiegazione del gioco, poi dopo altri minuti di caricamento appariva il disegno a schermo fatto da Gil con la presentazione e poi alla fine arrivava il gioco vero e proprio … tutto questo dopo diversi minuti di attesa davanti allo schermo.
Purtroppo spesso i giochi che arrivavano erano delle vere e proprie ciofeche, quindi l’attesa ricominciava ricaricando il gioco successivo.
Ovviamente il trucco era quello di segnarsi su un quaderno il nome della cassetta con i nomi dei giochi con relativo numero del contatore, stando attenti a partire dallo 000 e a non premere il reset del contatore durante lo svolgimento di tutta la cassetta.
Il problema sorgeva quando per qualsiasi motivo andava cambiato il registratore, ognuno aveva la sua velocità del timer e quindi non tornava con quello segnato sul quaderno, dovendo ricominciare tutto da capo.
In questo frangente con i registratori che avevano il tasto laterale che faceva sentire il suono della cassetta mentre girava avevamo vita facile, perché sentivamo le pause e gli stacchi della fine di ogni programma … altrimenti era un gran casino.
L’arrivo del floppy è stato un evento perché non solo era più veloce, ma potevamo scegliere il gioco indipendentemente dalla posizione in cui era inserito.

mercoledì 22 giugno 2016

La musica come il Commodore - Emozioni uniche


In questo post uscirò un po’ fuori dall’argomento principale anche se mi rendo conto che quello che sto per dire non è così lontano da questo Blog che parla dei miei ricordi videoludici datati Commodore.
Mi è venuto da pensare alla musica e come questa sia collegata ai sistemi Commodore sia per i ricordi che per le sensazioni che regala.
Mi sono ritrovato in preda degli anni durante la mania Commodoriana ad andare allo Stadio Artemio Franchi di Firenze con i miei amici per vedere il mio primo concerto.
Era il 1986, il concerto si intitolava “Assolo” e il cantante era Claudio Baglioni.
Vedere questo cantante in un mega palco da solo a gestire tutti gli strumenti e a riuscire ad emozionare uno stadio stracolmo fu per me un amore musicale a prima vista, dato che di Baglioni conoscevo poche canzoni ed ero andato al concerto soprattutto per stare con i miei amici.
Poi arrivò il 1988 dove mi ritrovo allo stadio di Modena con mio fratello a vedere i grandi e immensi Pink Floyd.
Anche lì fu amore musicale, prima del concerto conoscevo già molte delle loro canzoni, ma tutti quegli effetti, quella bella musica e quella mitica chitarra mi mandarono fuori di testa.
Ebbene  … direi due tipi di musica differenti ma che sono rimasti nel mio DNA al punto tale che mi sono ritrovato quest’anno a vedere il concerto dei “Capitani Coraggiosi” con il duo Baglioni-Morandi e l’anno scorso il concerto del mitico David Gilmour (chitarra e voce dei Pink Floyd).
Tutto questo per provare sensazioni, ricordi, odori, stupori e meraviglie di un tempo andato che viene riassaporato dalle piccole cose.
E’ un po’ come quando adesso riaccendo il mio Commodore 64, un modo come un altro per non sentire il tempo che passa.

venerdì 17 giugno 2016

Special Program - Il re delle cassette da edicola



Vorrei tornare sull’argomento che tratta le famose cassette da edicola.
Volenti o nolenti queste cassette hanno fatto parte della mia vita ed hanno avuto un ruolo importantissimo in quella di molti videogiocatori degli anni ’80.
Mi ha sempre colpito come suddette cassette fossero fatte bene, sia graficamente che strutturalmente.
La rivista più venduta, che fece storia e che può vantare la nomea di essere la regina incontrastata delle cassette pirata fu senz’altro “Special Program”.
Special Program faceva parte del gruppo editoriale SIPE con sede a Milano.
Sipe produsse molte altre riviste mitiche con software pirata e tra le più famose spiccano: “Special Playgames”, “Hit Parade” e “I magnifici 7”.
La cassetta inclusa in Special Program aveva ovviamente due lati ed ognuno era dedicato ad un sistema specifico: uno al Commodore 64 (con etichetta arancione) e l’altro allo Spectrum (con etichetta blu).
La rivista era a colori ed aveva all’interno le foto dei  giochi con le istruzioni.
In ogni pagina c’erano spiegati due giochi, uno Commodore e l’altro Spectrum.
Si trovavano anche aneddoti su sistemi e periferiche in voga, uno spazio per la posta e uno per il mercatino dell’usato.
La cassetta all’inizio caricava un bellissimo disegno dove un Commodore ed uno Spectrum si tenevano per mano sorridendo, dopodichè, tramite testo che scorreva  su video partiva un’introduzione iniziale dove venivano presentati i giochi contenuti all’interno.
Finita l’introduzione partiva il primo gioco e per ognuno venivano caricate le istruzioni (sempre con testo che scorreva a video) con la spiegazione dello stesso e con i vari comandi da usare.
Dopo (sempre su schermo) arrivava il disegno a colori ispirato al gioco che stavamo caricando creato da “GIL”.
Gil per me era un grande … riusciva a fare dei veri e propri quadri a colori sul nostro Commodore 64 ed erano veramente ben fatti.
Infine dopo l’attesa infinita, finalmente arrivava il nostro gioco.
I vari software erano stati convertiti in italiano e con un titolo diverso rispetto all'originale, quindi poteva capitare che ci fosse qualche bug qua e là o che il gioco funzionasse male.
I numeri usciti di Special Program furono 92, l’ultimo numero era targato Dicembre 1992 e la produzione cessò a causa della legge sulla pirateria che partiva da Gennaio 1993 ed obbligò tali riviste a non uscire più.
Peccato… quanto avrei voluto vedere un numero 100 di questa fantastica rivista.
Una vera e propria pietra miliare.

mercoledì 15 giugno 2016

Q-Bert su Vic 20 - La perfezione mancata


Eccomi qua!!!
Dopo tanto tempo finalmente trovo il tempo di poter scrivere un nuovo post relativo al mio mondo Commodore.
Non potevo fare a meno di parlare di un gioco che mi ha regalato ore di divertimento nelle prime apparizioni presso le sale giochi o i bar.
Il gioco di Q-Bert  è ormai facente parte della storia dei Videogames e nell’epoca 8-16 bit non esisteva sistema che non avesse questo gioco incluso nel suo catalogo.
Molte delle versioni casalinghe assomigliano a quella relativa all'originale soprattutto grazie alla semplicità grafica e alla giocabilità che non era difficile da emulare.
Il gioco originale è targato 1982 ed è diventato un vero e proprio CULT del mondo videoludico.
Tra le tante versioni uscite nei vari sistemi  Commodore quella che mi ha entusiasmato meno è relativa al Vic 20.
Non tanto per la giocabilità che è buona, quanto per la grafica.
Vedere il nostro Q-Bert e relativi nemici saltellare con quadrato a sfondo nero non era proprio il massimo della vita.
Ovviamente il Vic 20 era un sistema povero e più di tanto non gli si poteva chiedere, ma non potevo vedere uno dei miei giochi preferiti in quelle condizioni.
Peccato, senza quei quadrati neri intorno alle sagome sarebbe stata veramente un’ottima conversione.

giovedì 26 maggio 2016

Sensible Soccer - Un "calcio" al passato


Oggi i videogiochi di calcio sono veramente ben fatti.
La guerra ormai storica degli ultimi anni vede scontrarsi “FIFA” contro “PES” ed è difficile decidere quale dei due sia il migliore (io ammetto di aver sempre preferito il secondo).
Nei periodi Commodore i giochi di calcio erano tanti, ma pochi potevano definirsi decenti.
Sul Commodore 64 di belli o divertenti se ne contavano sulle dita di un mano (e in un futuro post non mancherò di parlare di quello che mi piacque di più) mentre per Amiga, data anche la sua struttura hardware a 16 bit e più completa rispetto al fratello minore, i giochi calcistici erano più divertenti e meglio strutturati.
Ce ne sono molti che potrei citare, ma senza ombra di dubbio il più famoso fu Sensible Soccer che grazie a varie espansioni e seguiti ha avuto molto successo  e molti fans durante i primi anni ’90.
Questo gioco uscì nel 1992 e la sua popolarità lo portò ad essere convetito su più sistemi, infatti, oltre che su Amiga lo potevamo trovare anche su Atari ST, MS-DOS, Super Nintendo, Game Boy, Sega Mega Drive, Atari Jaguar, Sega Mega CD, Game Gear e Sega Master System.
La grafica era veramente colorata: bello il campo da calcio verde con le righe bianche a delimitare le varie aree di gioco, fatti veramente bene i piccoli giocatori con i loro capelli, visi e maglie con pantaloncini delimitati da colore diverso.
Il fatto che la palla non fosse ben attaccata al piede (come vuole la prassi dei videogiochi di calcio) rendevano le varie sfide interessanti. 
Troppo facile correre e dribblare gli avversari se la palla ha una sorta di Vinavil sul giocatore, qui si tratta di fare movimenti e passaggi ben calibrati.
Soprattutto il bello viene quando dobbiamo fare goal perché il tiro viene quasi sempre parato se si tira dritto (a meno non sia a fil di palo) e per mettere la palla in rete il trucco è quello di fare molto velocemente una sorta di effetto curva sul joystick nel mentre teniamo il pulsante premuto.
A quel punto, quando si rilascia il pulsante, parte un tiro ad effetto curvo che spiazza il portiere fino al tanto agognato goal.
Rigiocarci adesso è frustrante perché gli avversati corrono come pazzi ed è difficile fermarli, non ho più la dimestichezza e la sensibilità con il joystick come avevo un tempo e quel movimento veloce risulta sempre più difficile da fare.
Ma resta sempre una pietra miliare, un gran bel gioco con il quale distrarsi di tanto in tanto fra un PES e l’altro.

lunedì 23 maggio 2016

Bubble Bobble - L'arcade per eccellenza


E’ scontato parlare di un gioco come Bubble Bobble, ma non posso fare altrimenti.
E’ stato un pilastro dei videogiochi e non c’era sistema a 8 o 16 bit che non avesse una sua conversione.
Di questo videogame, nel tempo, sono stati fatti diversi remake con livelli aggiunti, ma l’originale rimane sempre il migliore.
Penso che i cabinet di Bubble Bobble delle sale giochi da me frequentate siano state ben rimpinzate di monetine del sottoscritto che non disdegnava una o più partite.
La speranza era che non ci fosse nessuno a giocarci, altrimenti mi toccava mettermi in fila per aspettare il mio turno.
Era ed è tutt’ora un gioco fantastico e negli attuali momenti liberi una partita me la faccio sempre volentieri.
Il massimo era giocarci in due, dove per lo più ci si aiutava con il compagno per raggiungere la fine dei vari livelli.
L’alleanza a volte andava a farsi benedire quando comparivano i vari bonus, lì scattava la corsa per accaparrarselo prima dell’altro.
La meraviglia era vederlo su Commodore 64, un gioco convertito veramente bene e che conteneva tutti i 100 livelli dell’originale.
Fluido, giocabile e colorato come il cabinato.
Una manna dal cielo: finalmente uno dei mei giochi preferiti era a casa e non dovevo più spendere monetine o fare code per una partita.
Ma poi … volete mettere il “cheat” che ti rendeva le vite illimitate?
Giocato e rigiocato più volte anche con Amiga 500 e lì si poteva dire di giocare con l’originale.
Se vogliamo trovare il pelo nell’uovo diciamo che con il C64 si poteva parlare di piccole imperfezioni grafiche (tipo il draghetto protagonista un po’ stilizzato) dovute per forza di cose alla restrizione della macchina mentre sul fratello maggiore non c’era niente da dire.
Ma non c’era davvero niente da ridire in nessuna delle due conversioni, veramente ben fatte.
Giochi così dovrebbero tutt’ora essere sviluppati, sembrano semplici ma sono invece grandiosi.
Avventurosi quanto basta, adrenalinici alla grande e super divertenti.
Sono i giochi che io ritengo “come le ciliegie” ovvero dove una partita tira l’altra e il tempo passa senza accorgersene.

giovedì 12 maggio 2016

Commodore 65 - Che vita videoludica sarebbe stata?


Scrivo questo post con l'aiuto di vari siti web:
ll Commodore 65 era un prototipo di computer creato tra il 1990 e il 1991.
Il C65 era una versione migliorata del Commodore 64.
Poteva essere compatibile con il suo predecessore ma con nuove funzionalità simili a quelle dell'Amiga.
Quando la CBM venne liquidata nel 1994, un certo numero di prototipi fu venduto e quindi alcune persone posseggono effettivamente un Commodore 65.
Si stima che il numero di unità presenti sul mercato si aggirino tra 50 e 2000.

Principali caratteristiche:
CPU: CSG 4510, una versione modificata del MOS 6502, realizzato dalla Commodore Semiconductor Group (CSG), affiancata da due interfacce MOS 6526 VIA("Complex Interface Adapter") chiamate CSG 4510 R3 (nome in codice Victor)
VIDEO: Un nuovo chip grafico VIC-III, chiamato CSG* 4567 R5 (nome in codice Bill), capace di visualizzare 256 colori da una tavolozza di 4096 colori; le risoluzioni possibili erano 320×200×256, 640×200×256, 640×400×16, 1280×200×16 e 1280×400×4
AUDIO: 2 chip sonori CSG 8580 SID (il C64 aveva un solo SID)
stereo a 6 voci con capacità di suono sintetizzato e digitale
Il clock alla frequenza di 3.54  MHz clock, contro il 1 MHz del C64
RAM: 128 kB espandibili a 8 MB
BASIC evoluto: Commodore BASIC 10.0 (il C64 aveva il BASIC 2.0)
PORTE: gestite dal CSG 4510
2 porte Joystick/Mouse
1 porta seriale DIN CBM
1 connettore-ponte maschio CBM "USER" port
1 porta video DIN CBM
1 interruttore di accensione e di reset
1 porta bus drive C65
1 connettore RF video (non implementata)
1 connettore di alimentazione DIN
1 connettore femmina video a 9-pin RGBI
2 porte audio RCA
1 porta di espansion RAM "Belly"
1 connettore-ponte di espansione femmina C65
1 drive floppy disk 3½" interno (non su tutti i prototipi)

Spesso mi chiedo come sarebbe stata la nostra vita videoludica se questa meraviglia fosse uscita.

lunedì 9 maggio 2016

Edicola 8 bit by Sovox - un blog mitico


Cosa porta dei nostalgici di uno o più sistemi a ricordarne i fasti?
Me lo chiedo spesso, cercando anche di capire perché mi piace di tanto in tanto accendere il mio Commodore 64 o scrivere su questo blog.
Non so nemmeno io cosa ci spinge a farlo, forse è per ritornare un po’ ragazzi e per cercare di riassaporare quegli odori e quelle sensazioni così lontane che non riviviamo più.
Colui che mi ha ispirato nell’idea di poter iniziare a creare e dire qualcosa in questo blog è stato un sito che mette in condivisione le cassette da edicola e i giochi del Commodore 64 e di tutti i sistemi ad 8 bit.
Il grande “Sovox” ha un sito veramente curato e super aggiornato e non smette mai di stupirmi in quello che riesce a fare.
In ogni gioco del suo blog troviamo la scansione, il pacchetto intero da scaricare del numero suddetto o i giochi singoli della collana, il relativo originale e addirittura il video del suddetto game.
E’ un sito in continua evoluzione e devo ringraziarlo per il post in cui mi ha menzionato ieri, non potevo non ricambiare il favore, soprattutto perché è un blog meritevole di ogni attenzione e unico nel suo genere.
Una vero e proprio scambio reciproco fra persone che si stimano.
Andate tranquillamente a vedervi il seguente link, vedrete che non lo abbandonerete più:

venerdì 6 maggio 2016

Samantha Fox Strip Poker - Largo all'immaginazione

 
Negli anni ’80 il nudo non era così sventolato come adesso e i ragazzi di allora si lasciavano andare parecchio all’immaginazione.
Ecco perché quando uscì nel 1986 il gioco “Samantha Fox Strip Poker” tutti ci volevano giocare.
Il fatto di vedere immagini digitalizzate era difficile, particolare e inusuale da trovare in altri giochi del Commodore 64.
E poter spogliare colei che aveva fatto il boom di vendite musicali grazie al singolo “Touch me” non aveva prezzo, soprattutto perché la donzella in questione si ritrovava una misura di scollatura veramente notevole.
Quando veniva caricato questo gioco la prima volta matematicamente lo volevamo finire.
Il gioco è fatto abbastanza bene ed è un classico poker con caricamento multiload.
Se vincevamo la Samantha si spogliava pian piano togliendosi un indumento per volta, se invece perdevamo nello stesso modo si rivestiva.
Fortunatamente non era particolarmente difficile e anche i ragazzi che come me conoscevano poco il gioco del poker riuscirono dopo un po’ di pazienza e di volontà ad arrivare alla fine di tanta abbondanza.
Se si arrivava alla fine la contentezza ci assaliva, non tanto per il fatto di essere riusciti a portare a fine il gioco, quanto per il risultato visivo che lasciava molto all’immaginazione.
Purtroppo le immagini digitalizzate non potevano essere così nitide come siamo abituati adesso e il vedere la nostra cantante pixelata ma seminuda ci faceva comunque piacere.
Sono diversi i giochi di Strip Poker per Commodore 64 ma dobbiamo riconoscere che questo sia stato il più famoso e giocato dai possessori del biscottone … anche solo per la curiosità ne valeva la pena.

lunedì 2 maggio 2016

Another World - Un gioco da paura!


Si può aver paura di un videogame?
Si, se il videogioco in questione s’intitola “Another World”.
Questo gioco datato 1991 fu sviluppato dalla Delphine Software e distribuito dall’Interplay.
A me suscitò subito delle emozioni fortissime.
Il gioco, dalla grafica accattivante, partiva con un filmato al cardiopalma dove nel finale il nostro protagonista si ritrova al cospetto di animali feroci in un mondo buio e freddo.
Io non ci ho giocato molto, ma ricordo che più di una volta ho acceso il mio Amiga 500 (con espansione) per caricare Another World .
Amavo vedere il lungo e fantastico filmato iniziale ma nello stesso tempo odiavo quel maledetto animale nero (uno scorpione?) che tutte le volte che veniva pestato sfoderava una maledetta unghia per ucciderci senza pietà.
A me questa scena faceva veramente paura, così come tutti gli animali neri e maledetti che incontravo per la strada, al punto tale che spesso e volentieri mi guardavo solo il filmato iniziale e basta.
E’ una pietra miliare dei giochi per Amiga e non solo, visto che è uscito per quasi tutti i sistemi dell’epoca.
Another World giocato adesso non fa più l'effetto di prima (soprattutto perché i giochi fantascientifici e horror di oggi hanno delle risoluzioni grafiche da far raccapricciare la pelle) ma a suo tempo ha tenuto incollato ai monitor a suon d’adrenalina veramente tante persone.

giovedì 28 aprile 2016

Manosoft "Princess" - La scheda dei sogni


Mi avessero detto negli anni 80 che il Commodore 64 poteva supportare una scheda come quella della Manosoft avrei pensato a pura fantascienza e avrei dato del pazzo a chi me lo avrebbe detto.
E invece ... Un certo Damiano Colombari insieme ad Hawui1 sviluppatore di tutta la parte firmware tap software/hardware, sono riusciti a creare una cosa fantastica e assolutamente impossibile per qualsiasi mente non solo durante gli anni Commodoriani ma anche in quelli attuali.
Non so neanche io dove cominciare e non vorrei dilungarmi troppo, ma la “Princess” (così si chiama la nuova fiamma) è un qualcosa che lascia senza parole e che in pochi centimetri riesce a far fare ai Commodore tutto quello che si vuole senza bisogno di registratori o floppy drive.
Questa scheda non è compatibile solo con il mitico Commodore 64 ma con tutta la famiglia ad 8 bit di questa fantastica casa costruttrice, dal Vic 20 in poi.
Inizialmente bisogna inserire nella Princess una scheda SD dove precedentemente sono stati messi all'interno i nostri file gioco/programmi preferiti (.prg, .d64 ecc. ecc.).
Poi si inserisce il gioiello della Manosoft dietro il Commodore e si digita un solo e semplice comando: LOAD”MENU”,8,1.
Dopo pochissimi secondi si entra dentro un menù che ci fa vedere l’interno della nostra scheda sd, si cerca la cartella dove ci sono i nostri giochi o programmi, si visualizza la lista e si sceglie quale giocare, si batte “RETURN” e parte il divertimento.
Ma la vera meraviglia è che funzionano pure i file .tap, quelli delle cassette.
Si carica il file tap desiderato per far partire il primo gioco, se poi si vuole giocare al secondo basta procurarsi un tasto di reset dove parte la sequenza, così fino alla fine della cassetta.
Addirittura premendo un apposito tasto della Princess si può memorizzare un punto esatto della cassetta dove poter ripartire in futuro (esempio: se premiamo questo tasto su una cassetta con 10 giochi dove abbiamo visto i primi sei, la volta successiva ripremendolo riparte dal settimo).
Ma ci sono tante funzioni in più tipo il “grab”, dove possiamo riversare tramite un registratore collegato le nostre cassette su scheda SD e viceversa.
Tramite un programma che troviamo sul sito Manosoft (Tap Manager) possiamo fare una cosa favolosa, ovvero creare un D64 indice da inserire dentro la cartella del relativo TAP.
Dopo questo passaggio il menù interno riconosce il file d64 creato e il Commodore può vedere il contenuto della cassetta suddiviso (tramite il lancio di un sottomenù chiamato "FB") e quindi poter giocare per esempio al quarto gioco e non dover per forza partire dal primo.
Insomma … sono stato forse troppo stringato e confusionario nel descrivervela, ma vi garantisco che con questa scheda si trova la definitiva via per tirare fuori dai nostri armadi i nostri Commodore e poter rigiocare con un tocco di modernità.
E contate che in una scheda SD da 2 gb si può avere tutto il mondo Commodore a disposizione.
Io personalmente ne ho una da 8 gb che all’interno trova tutti i file d64 e prg esistenti e tutte le cassette TAP italiane conosciute e finora convertite.
FAVOLOSA!!!!
L'indirizzo web per poter trovare questa meraviglia è il seguente:
http://www.manosoft.it/

mercoledì 27 aprile 2016

L'edicola dei miei sogni



Avevo un edicola che mi lasciava a bocca aperta tutti i giorni quando uscivo dalle scuole superiori.
Era un chioschetto come tanti che si trovava a metà strada fra la scuola e la fermata dell’autobus.
Questo chioschetto, a differenza di tanti che incontravo durante le mie passeggiate fiorentine, era caratterizzato dal fatto che era completamente addobbato e saturo di giornali e cassette per  i computer in voga a quei tempi.
Ovunque guardavi c’erano riviste per Commodore, Spectrum ed Msx e non c’era giorno che non mi fermassi a guardare quelle meraviglie, sognando di poter far girare in futuro quelle favolose cassette su un Commodore 64.
Visto che ancora non sapevo che il biscottone sarebbe arrivato da lì a poco, durante quei mesi di astinenza sbavavo letteralmente davanti a quell’edicola così ricca di meraviglia videoludica.
Nell’incanto di tutto quel ben di Dio mi è capitato anche un paio di volte di perdere l’autobus che mi avrebbe riportato verso casa.
Ricordo benissimo di una cassetta speciale dedicata al Natale che veniva sfoderata già da fine novembre, di una tale bellezza e dai colori sgargianti, che mi ha fatto davvero immaginare le cose più belle.
Avrei voluto comprarla ma costava tanto e l’ho lasciata lì dov’era.
L’ho desiderata e guardata fino alla fine delle festività Natalizie, dove fu rimpiazzata da un’altra rivista simile che comunque attirò la mia attenzione (come tutte le altre in mostra).
Insomma, erano più le emozioni dell’immaginazione rispetto alla realtà di quello che effettivamente c’era all’interno di tali cassette, ma tanto bastava per far sì che la mente volasse lontana.

mercoledì 20 aprile 2016

Track & Field - il nemico dei Joystick


I Joystick per i Commodore (dal Vic 20 all’Amiga) sono quelli che avevano 9 piedini e la forma ergonomica classica da bar.
Ce n’erano di tutti i tipi: colorati, trasparenti, con tasti colorati e con le forme più strane.
Erano formati da giganti impugnature e grandi tasti situati a sinistra, a destra e spesso anche sopra la manopola.
Ce n’erano di tutti i tipi: molto piccoli, mastodontici, più o meno sensibili e spesso di dubbia costruzione.
Quando si compravano direzionavano bene e avevano tutti la manopola bella ferma, ma dopo un po’ che si usavano sballottavano che era un piacere al minimo movimento.
I joystick che io ho sempre preferito erano quelli della linea “Albatros” nati da un’azienda in provincia di Bologna.
Si impugnavano bene, direzionavano magnificamente, si rompevano poco ed erano riparabili.
Molti di questi Joystick forse non erano neanche progettati per l’uso intenso che ne facevamo, soprattutto grazie a certi giochi che sembravano nati per sfasciare questi importanti accessori.
Penso che il più incredibile sia stato “Track & Field”, gioco stupendo della Konami datato 1987.
Era un gioco favoloso che faceva fare a noi ragazzi lunghe file nelle varie sale giochi che erano sparse ovunque.
Averlo in casa riprodotto sul Commodore 64 era una vera manna, soprattutto perché era stato pure convertito bene.
Era il classico gioco che si faceva contro gli amici, dove per cercare di vincere si metteva la base del joystick in mezzo alle gambe per tenerlo fermo, poi ci si incurvava a testa bassa senza guardare lo schermo con la manopola in mano e al momento del via si iniziava a scuotere velocemente e come forsennati a sinistra e destra finchè stremati e sudati non finiva la corsa.
Il problema è che spesso accadeva che  mentre gli omini correvano e noi si scuoteva, improvvisamente si sentiva un rumore strano … una sorta di “STACK” e ti ritrovavi la manopola rotta in mano staccata dalla base.
Un gioco che ha fatto la fortuna dei venditori di joystick dell’epoca.
Il classico gioco che ci divertiva un sacco, ma quando giocavamo contro un amico si sperava sempre che lui si portasse un joystick da casa.
In quel caso giocavamo più volentieri perché una cosa era se ti si rompeva un tuo joystick (e quello già ti faceva arrabbiare) … un’altra cosa era se ti se ne rompevano due contemporaneamente.

martedì 19 aprile 2016

Il regalo di Natale anticipato


Dopo tanto che li stressavo, i miei decisero di accontentarmi comprandomi il Commodore 64 a Natale.
Prima vendettero il Vic 20 e poi aggiunsero altri soldi (che non erano pochi) per arrivare ad accontentarmi.
Il fatto è che loro non si intendevano molto di questi “aggeggi” e quando decisero di prenderlo a metà Dicembre, io andai con loro al negozio.
Ricordo che prendemmo la macchina in una frenetica domenica pomeriggio piena di persone che andavano a fare lo shopping natalizio.
Ci avviammo in un negozio dove mio padre venne a sapere che ne vendevano uno a prezzo minore (il perché lo spiego più avanti) e per arrivarci dovemmo attraversare tutta la città.
Attraversammo tutta Firenze a suon di code e clacson, ma alla fine arrivammo all’agognato negozio.
Durante il lungo e stressante viaggio mio padre andò avanti fra urla, bestemmie e imprecazioni del tipo “Ma guarda te se devo fare tutta questa fila per andare a comprare quella cavolata per accontentare questo qui”.
Il Commodore 64 del quale mio padre ebbe la soffiata era ancora lì, era quello in esposizione, quello che costava meno perché fuori dalla scatola per essere provato dai clienti.
A me non fregava se fosse quello o uno imballato, l’importante è che fosse un biscottone e che venisse a casa mia.
Il negoziante lo prese, lo mise per bene dentro il polistirolo, ci mise il libro, tutti i cavi, l’alimentatore e alla fine lo inscatolò come fosse nuovo di pacca.
Effettivamente era stato trattato davvero bene, non mi ha mai dato problemi e mi ha sempre funzionato alla perfezione.
Dopo qualche anno l’ho salutato (seppur a malincuore) perché è stato venduto nei confronti di un Amiga 500.
Non stavo più nella pelle, avevo finalmente il Commodore 64 a casa mia … ma porca miseria non lo potevo aprire fino a Natale …. non ce la potevo fare … passare da li e guardare quella scatola blu e sapere di non poterla aprire era una vera e propria agonia.
Una settimana prima di Natale la fortuna volle che a mia madre venisse il dubbio se tale oggetto (esposto fino a qualche giorno prima) fosse effettivamente funzionante e mi chiese di provarlo per vedere se funzionasse e se tutto andasse bene.
Ovviamente il “Mi raccomando, provalo e basta, poi lo rimetti nella scatola e fra una settimana lo usi come si deve” di mia madre fu inutile.
Appena montato io e mio fratello ci fiondammo subito a giocare e non ci fu verso di staccarci da quella meraviglia.
Emozioni davvero fortissime.

mercoledì 13 aprile 2016

Leaderboard Golf - Il gioco perfetto


Si può non amare un gioco come “Leaderboard Golf”?
Senza assolutamente esagerare e con vera e propria convinzione mi assumo la responsabilità di dire che Leaderboard Golf è il più bel videogioco di Golf che sia mai esistito.
Colorato e graficamente perfetto, preciso alla perfezione come nessun altro gioco del suo genere.
In questo gioco si poteva scegliere la mazza in base alla distanza desiderata (dal tiro più vicino e alto fino a quello più lontano e basso).
Bella la calibrazione del tiro e della potenza, molto utile il puntatore da sistemare in base alla forza e direzione del vento.
E quando si arrivava vicino alla buca cambiava la grafica e la modalità di gioco, dovendo calibrare solo la potenza e la direzione del tiro.
Insomma, un gioco del 1986 (ebbene si … ha 30 anni sulle spalle) della Access software che ha dato una bella lezione a tutti i giochi che sono seguiti negli anni.
Semplice, intuitivo e piacevole per farci una gara da soli o contro un’altra persona e se non vado errando supporta fino 4 giocatori (io ho fatto delle vere e proprie sfide contro mio fratello).
Molte sono le varietà dei percorsi e degli ostacoli.
Come non dimenticare la pallina che frena a contatto con la sabbia, il rumore dell’acqua quando cascava dentro o gli alberi che puntualmente la bloccavano fino a farla cadere per terra?
L’unica pecca di questo gioco era dovuto al fatto che dopo ogni tiro la pista si ridisegnava in base alla posizione della pallina e questo comportava sempre di dover aspettare qualche secondo prima di poter fare il tiro successivo … ma il gioco è talmente fatto bene che si sopportava molto volentieri l’attesa.
Senza dimenticare il movimento fluido e animato del giocatore quando tira la pallina.
Chi non l’ha mai provato è obbligato a farlo, un peccato veniale non averlo mai giocato.