Dopo tanto che li stressavo, i miei decisero di accontentarmi comprandomi il Commodore 64 a Natale.
Prima
vendettero il Vic 20 e poi aggiunsero altri soldi (che non erano pochi) per
arrivare ad accontentarmi.
Il fatto è
che loro non si intendevano molto di questi “aggeggi” e quando decisero di
prenderlo a metà Dicembre, io andai con loro al negozio.
Ricordo che
prendemmo la macchina in una frenetica domenica pomeriggio piena di persone che
andavano a fare lo shopping natalizio.
Ci avviammo
in un negozio dove mio padre venne a sapere che ne vendevano uno a prezzo
minore (il perché lo spiego più avanti) e per arrivarci dovemmo attraversare
tutta la città.
Attraversammo
tutta Firenze a suon di code e clacson, ma alla fine arrivammo all’agognato
negozio.
Durante il lungo
e stressante viaggio mio padre andò avanti fra urla, bestemmie e imprecazioni
del tipo “Ma guarda te se devo fare tutta questa fila per andare a comprare quella
cavolata per accontentare questo qui”.
Il Commodore
64 del quale mio padre ebbe la soffiata era ancora lì, era quello in
esposizione, quello che costava meno perché fuori dalla scatola per essere
provato dai clienti.
A me non
fregava se fosse quello o uno imballato, l’importante è che fosse un biscottone
e che venisse a casa mia.
Il
negoziante lo prese, lo mise per bene dentro il polistirolo, ci mise il libro, tutti
i cavi, l’alimentatore e alla fine lo inscatolò come fosse nuovo di pacca.
Effettivamente era stato trattato davvero bene, non mi ha mai dato problemi e mi ha sempre funzionato alla perfezione.
Dopo
qualche anno l’ho salutato (seppur a malincuore) perché è stato venduto nei
confronti di un Amiga 500.
Non stavo
più nella pelle, avevo finalmente il Commodore 64 a casa mia … ma porca miseria
non lo potevo aprire fino a Natale …. non ce la potevo fare … passare da li e
guardare quella scatola blu e sapere di non poterla aprire era una vera e
propria agonia.
Una
settimana prima di Natale la fortuna volle che a mia madre venisse il dubbio se
tale oggetto (esposto fino a qualche giorno prima) fosse effettivamente
funzionante e mi chiese di provarlo per vedere se funzionasse e se tutto
andasse bene.
Ovviamente
il “Mi raccomando, provalo e basta, poi lo rimetti nella scatola e fra una
settimana lo usi come si deve” di mia madre fu inutile.
Appena
montato io e mio fratello ci fiondammo subito a giocare e non ci fu verso di
staccarci da quella meraviglia.
Emozioni
davvero fortissime.
Guarda, proprio ieri ho ricevuto un "biscottone" in prestito da un collega per verificare il corretto funzionamento del mio C64C. Peraltro era un bellissimo esemplare prodotto in Inghilterra(!), ancora perfettamente funzionante dopo oltre 30 anni dall'acquisto. C'è poco da fare, questa macchina ha un fascino particolare che sembra assolutamente impermeabile al trascorrere del tempo...
RispondiEliminaE' vero Alberto, io adesso non posseggo il biscottone ma il c64c.
EliminaHo provato tempo fa un biscottone di un mio conoscente e il solo vederlo mi ha fatto tremare il cuore.... non che il c64c non lo faccia, ma il biscottone è sempre il biscottone.
Macchine tra l'altro quasi indistruttibili se trattate come si deve