Superfrog è
secondo il mio modestissimo parere, uno dei giochi più belli che siano nati per
l’Amiga (se non il più bello).
Essendo io
un amante dei platform, ho amato questo gioco fino allo sfinimento.
E’ la storia
di un principe trasformato in rana che deve salvare la propria amata rapita dal
solito cattivo di turno.
Le
animazioni sono fluide, i fondali e tutto ciò che si muove intorno è colorato e
fumettoso e i livelli si completano dopo aver trovato un numero specifico di
monete e delle leve nascoste per sbloccare ed aprire una porta che accede al
livello successivo.
Il tutto è
fatto da cunicoli e bonus nascosti che sono un piacere assoluto e che rendono
il gioco molto vario e divertente.
Purtroppo un
aneddoto curioso e negativo di questo gioco fa capolino nella mia vita di giocatore e tutto nasce una domenica piovosa d’inverno dove la mia fidanzata di
allora (che poi è diventata mia moglie) venne a casa mia per passare un
pomeriggio a suon di videogame e cioccolata calda.
Ci mettemmo
d’accordo per giocare a Superfrog, con
la volontà di finire il gioco.
Questo gioco
era formato da quattro floppy da 3½ pollici.
Inserito il
primo floppy, per arrivare alla fine tranquilli e sicuri, il gioco
ci chiese se volevamo usare il “cheat” delle vite infinite ed ovviamente decidemmo
per un bel “SI” all’unanimità.
Partito il gioco
arrivammo al divertimento puro: cunicoli nascosti, api, ricci, bonus, mele,
monete, leve e tutto ciò che fa parte di Superfrog si profilò per diverse ore
finchè non arrivammo all’ultimo livello, quello sulla luna.
L’Amiga mi
chiese di inserire il floppy numero 4 e mentre degli precedenti tre ne avevo solo
una copia, di quello con grande sorpresa me ne trovai due tra le mani.
Ovviamente
c’era il 50% di probabilità di errore di mettere il dischetto non giusto e la legge di Murphy vuole che si scelga
sempre l'opzione sbagliata.
Infatti dopo
aver riflettuto e parlato con la morosa di quale potesse essere quello giusto, optammo
per inerirne uno a caso finchè non arrivò la famosa “SCHERMATA NERA D’ERRORE CON
QUELL’ODIOSA SCRITTA ROSSA” che ogni Amighista ha visto almeno una volta nella
sua vita.
Fine del
gioco e delusione totale….un intero pomeriggio di allegria nel giro di un
secondo si trasformò in una domenica da dimenticare per colpa di un floppy
errato.
Anche se
rimane una pietra miliare … da quel giorno non ho più voluto rigiocare a Superfrog.
Superfrog lo conosco poco, forse all'epoca l'avevo visto girare sull'Amiga 500 di un mio compagno di classe delle scuole medie.
RispondiEliminaPersonalmente non ho mai posseduto un Amiga (anche perchè non me lo potevo permettere :), ad ogni modo mi ha sempre dato l'idea di una macchina dalle potenzialità tecniche enormi sfruttate solo in minima parte (tant'è che molti titoli per Amiga erano semplici porting di titoli nati per il C64). Forse per l'imperizia dei programmatori che già allora cominciavano a piegarsi alle esigenze dell'informatica di consumo? O forse per la carenza di documentazione tecnica di basso livello (che invece abbondava per il C64)? O forse per l'hardware basato su principi troppo avanti con i tempi? Ai poster l'ardua sentenza ;)
E' vero, l'Amiga era davvero una grande macchina e anch'io penso che non sia stata sfruttata a pieno regime
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