Riprendendo l’argomento
del precedente post, posso affermare che negli anni 8 bit anche i negozi di
elettronica non era proprio correttissimi.
Vicino a
casa mia c’era un mega negozio di elettronica (quello dove ho comprato il Vic
20) e dentro si trovava di tutto: televisori, videoregistratori, stereo, vhs
(le mie preferite a cartoni animati) e soprattutto computer e giochi.
Era un
negozio fornitissimo e uno dei pochi nei pressi di Firenze (iniziavano allora a
proliferare grazie alla moda e al business dei videogiochi) dove spesso si
formavano code incredibili per comprare il proprio computer/gioco preferito.
Non è come
adesso che siamo invasi da centri commerciali e affini.
Oggi i negozi di elettronica sono ovunque ma negli anni ’80 era merce rara e chi aveva avuto la giusta intuizione si ricopriva d’oro.
Oggi i negozi di elettronica sono ovunque ma negli anni ’80 era merce rara e chi aveva avuto la giusta intuizione si ricopriva d’oro.
Grazie però
ad una NON legge sulla pirateria dei videogiochi questo negozio non vendeva
solo giochi originali.
Sul bancone
principale si trovava un mega librone (fatto dal negoziante tramite stampante
ad aghi) pieno di titoli in rigoroso ordine alfabetico dove in fondo alle
ultime pagine venivano aggiunte le novità.
Con sole
5000 lire potevamo scegliere il titolo desiderato che veniva duplicato al
momento su di una cassetta C10.
C’era sempre
la coda per comprare questi giochi.
File di
ragazzi con librone in mano a scegliere, ordinare e poi aspettare che il
proprio gioco fosse trasferito.
Io, tramite
questa procedura, solo una volta ho comprato un gioco e ricordo come fosse oggi
che portai a casa la mia cassetta C10 con dentro il videogame di “Popeye” (Braccio
di Ferro) che ho sempre amato e giocato in sala giochi.
Poi ho
imparato che con la doppia piastra stereo che avevo in casa potevo
tranquillamente duplicare tutte le cassette che volevo e lì mi si è aperto un nuovo
mondo.
Oggi questo
grande negozio di elettronica ha chiuso da tempo e non c’è più, al suo posto
c’è uno squallido negozio di cinesi che vende scartoffie a prezzi ridicoli …
che brutta fine che stiamo facendo.
Quando adesso
ci passo davanti non posso fare a meno di ricordarmi che anche quel fondo ha
fatto parte della mia storia giovanile.
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