E arrivò il
giorno in cui dovevo mandare in pensione il Commodore 64 in cambio di un Amiga
500.
Già … come
potevo fare a liberarmi di quel piccolo grande amore che mi ha accompagnato in
tanti anni di onorate partite e sensazioni?
Non fu
semplice, assolutamente.
Il dilemma a
quei tempi mi è rimasto in testa troppi giorni: “Lo faccio oppure no? Merita
oppure no?”.
Alla fine ho
ceduto e per sopperire alla spesa che dovevo sostenere, trovai tramite un amica
di mio padre l’acquirente per il mio biscottone.
Quanto mi
pesò (sia fisicamente ma soprattutto moralmente) dover smontare e inscatolare
tutto il materiale.
Quanto fu
dura dover prendere pezzo per pezzo, riavvolgerlo e portarlo in macchina e
sistemarlo per bene.
Quanto fu
micidiale dover scaricare tutto verso la casa del nipote dell’amica di mio
padre per qualche lira.
Mentre
attaccavo e installavo tutto sul televisore del fortunato ragazzetto, ho avuto
pure l’istinto di ristaccare il tutto e riportare a casa il mio fido amico di
tante battaglie.
Anche perché
lasciai pure tre mega scatoloni pieni zeppi di cassette di ogni colore che mi
guardavano tristi (o almeno a me davano questa impressione) ed un contenitore
pieno fino all’orlo di Floppy a doppio strato.
Insomma,
alla fine con i soldi in mano ed una leggera lacrimuccia mi sono messo alla
ricerca dell’Amiga.
Arrivò dopo
pochi giorni tramite un usato e ad un prezzo neanche tanto malvagio grazie ad
un privato che stava vicino casa mia.
Una volta
attaccato il nuovo amico di casa Commodore alla tv il biscottone mi scomparve dalla testa …..
CHE TRADITORE!!!
L’Amiga mi
ha davvero regalato infinite emozioni ed è stato per me un vero e proprio must
della mia adolescenza.
Ci ho
passato delle ore incredibili e la sua grafica e giocabilità mi hanno lasciato
perennemente per ore davanti ad una tv con un joystick in mano.
Con il
passare degli anni passai ai moderni PC, ma è pure vero che nell’invecchiare si
ripensa ai bei tempi e il primo amore non si scorda mai.
Ed ecco che
qualche anno fa è ricomparso a casa mia un Commodore 64.
Ed ecco che
di tanto in tanto sento il bisogno di riaccenderlo per fermare il tempo della
frenesia e di tornare ad annusare quei ricordi lontani che non sembrano neanche
essere avvenuti veramente.
Ecco che
arriva il sapore del tempo che passa e che si ferma agli anni ’80 grazie ad un
mito intramontabile.
Siamo stati tutti un po' traditori ai tempi. Io tradii il Vic20 per il 64, così come poi abbandonai il 64 per un 128D (che ai tempi era avveniristico, con due processori e tre diversi istemi operativi!). Poi ho tradito il 128 per l'Amiga500. Infine, nel 1992 non me la sentii proprio di abbandonare il mio amato Amiga. Quando sono passato al PC (che dal punto di vista software era una tragica involuzione rispetto ad AmigaOS), per altri due anni ho tenuto l'Amiga accanto al triste cassone grigio compatibile che avevo comprato. Oggi il mio Amiga, lui, proprio quello acquistato dai miei genitori nel 1987, riposa nel garage del mio appartamento. Accanto a lui, a fargli compagnia uno splendido C=64 prima versione, ricomprato 15 anni fa usato, assieme a un 1541 e a un monitor originale Commodore a colori (un Philips rimarcato Commodore).
RispondiEliminaCome cantava Venditti, certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano.
D'altronde, se non fosse così, non saremmo qui a scriverne dopo così tanto tempo.
Grazie Gianluca per i tuoi commenti che sono sempre interessanti.
EliminaIo il dubbio che ho patito nel passaggio da Commodore 64 ad Amiga non l'ho vissuto quando cambiai da Vic 20 a 64.
Per me fu proprio un colpo al cuore.
Però è vero che l'amore per queste macchine non tramonterà mai e sicuramente prima o poi un vecchio Amiga ritroverà posto in casa mia.
Io il dubbio più grosso l'ho avuto quando sono passato dall'Amiga al PC. Nei confronti del mio Amiga provavo (provo direi) un affetto quasi si trattasse di una persona. Siamo cresciuti insieme: con l'Amiga ho affrontato le peripezie del Liceo, ho superato l'esame di maturità, con l'Amiga preparavo le basi midi che poi trasferivo su una Workstation Roland quando facevo pianobar (fu un duro colpo non vedere mai un Amiga 500 portatile, pens che mostro sarebbe stato?), l'Amiga mi ha accompagnato quando mi sono iscritto all'università. Se ci pensi sono tanti piccoli gradini nella crescita di una persona, e lui c'è sempre stato, in silenzio quando non lo accendevo e sempre pronto a tenermi compagnia ogni volta che avevo bisogno di lui. Non ho mai più vissuto in rapporto così forte con una apparecchiatura elettronica. Oggi cambiamo i cellulari ogni anno, siamo circondati da desktop, portatili, wearable, smartphone, tablet, e secondo me si persa quella magia. Complimenti per il sito, mi fa piacere commentare, perchè abbiamo vissuto le stesse esperienze.
RispondiEliminaDi nuovo grazie per i complimenti Gianluca.
EliminaSiamo accomunati anche dal fattore pianobar dato che l'ho fatto anch'io per diversi anni.
Comunque che sia stato il Vic 20, o il 64, o l'Amiga, senza ombra di dubbio le macchine Commodore hanno regalato emozioni che i ragazzi di oggi non assaporeranno mai proprio a causa delle tante diavolerie elettroniche che si trovano a giro.