L’azimut era
situato in un forellino minuscolo che si trovava nei registratori Commodore.
Esso veniva
regolato grazie ad una vite che girava tramite un mini cacciavite che veniva
inserito nel foro e calibrava
la cassetta inserita e quindi la testina del registratore.
Esistevano
anche delle cassette per allineare l’azimut che erano molto utili, il problema
però era dovuto al fatto che non tutte le cassette in possesso erano calibrate
allo stesso modo: c’erano quelle originali, quelle da edicola, quelle copiate
da noi, quelle in turbo load, quelle registrate dai nostri listati, quelle
imprestate dagli amici, quelle che si stavano smagnetizzando … quindi spesso
capitava che per poter caricare e giocare a qualcosa si doveva inserire il
cacciavite nel foro fino ad arrivare a calibrare l’azimut.
Nelle
cassette si trovavano due tipologie di caricamento che potevano più o meno
aiutarci a calibrare la vite.
La prima
tipologia era la cassetta che durante la
fase di caricamento mostrava righe colorate modello arcobaleno, la seconda
invece presentava uno schermo celeste fino alla fine.
I
caricamenti “colorati” erano migliori perché dopo un po’ che utilizzavamo il nostro Commodore imparavamo quale doveva essere il giusto spessore delle righe
colorate e girando il cacciavite un po’ più a destra o un po’ più a sinistra si
riusciva a calibrare quasi perfettamente la testina.
Se le righe
erano troppo grosse o sparivano voleva dire che stavamo sbagliando qualcosa, se
le righe erano belle unite e di uno spessore di qualche millimetro vuol dire
che eravamo nel giusto e che il programma sarebbe comparso da lì a poco.
La seconda
tipologia era la cassetta che durante il caricamento mostrava solo una
schermata a tinta unita e di colore celeste.
Dovevamo
pregare che l’azimut fosse regolato bene, altrimenti non sapevi più dove
battere la testa.
Anche perché
i giochi del Commodore non erano così immediati nel comparire a video, se un
gioco richiedeva 3 minuti di caricamento ed aveva la testina sfasata dovevamo
ritornare indietro e girare la vite, ricaricare il gioco e sperare che i
successivi 3 minuti siano fortunati altrimenti si doveva rifare continuamente
l’operazione da capo finchè non si aveva la fortuna prima o poi di riuscire a
trovare la giusta calibrazione.
Per fortuna
esistevano anche dei modelli di registratori che ci aiutavano nell’impresa.
Io a suo
tempo sono stato il felice e fortunato possessore di un registratore (che
posseggo tutt’ora) che aveva un tasto laterale che faceva sentire il suono
della cassetta mentre girava.
Dopo un po’
di ascolto e quindi dopo averci fatto l’orecchio, giravamo il cacciavite finchè
non arrivavamo al giusto “suono” e quindi alla buona riuscita del caricamento.
Contando che
tutti abbiamo provato almeno una volta a inserire una cassetta Commodore nello
stereo di casa, come dimenticarci del: “PIIIIIIIIIII CRCRCRCRCRCR PIIIIIIII
TZINTZINTZINTZIN CRCRCRCRCRC….”
Senti senti..... esistevano anche registratori "carica tutto"?
RispondiEliminaFortunato il tuo amico, io e tutti i miei amici che a suo tempo eravamo felici possessori di Commodore eravamo sempre con il cacciavite in mano a tarare azimut