giovedì 7 aprile 2016

I negozi "pirata" di elettronica


Riprendendo l’argomento del precedente post, posso affermare che negli anni 8 bit anche i negozi di elettronica non era proprio correttissimi.
Vicino a casa mia c’era un mega negozio di elettronica (quello dove ho comprato il Vic 20) e dentro si trovava di tutto: televisori, videoregistratori, stereo, vhs (le mie preferite a cartoni animati) e soprattutto computer e giochi.
Era un negozio fornitissimo e uno dei pochi nei pressi di Firenze (iniziavano allora a proliferare grazie alla moda e al business dei videogiochi) dove spesso si formavano code incredibili per comprare il proprio computer/gioco preferito.
Non è come adesso che siamo invasi da centri commerciali e affini.
Oggi i negozi di elettronica sono ovunque ma negli anni ’80 era merce rara e chi aveva avuto la giusta intuizione si ricopriva d’oro.
Grazie però ad una NON legge sulla pirateria dei videogiochi questo negozio non vendeva solo giochi originali.
Sul bancone principale si trovava un mega librone (fatto dal negoziante tramite stampante ad aghi) pieno di titoli in rigoroso ordine alfabetico dove in fondo alle ultime pagine venivano aggiunte le novità.
Con sole 5000 lire potevamo scegliere il titolo desiderato che veniva duplicato al momento su di una cassetta C10.
C’era sempre la coda per comprare questi giochi.
File di ragazzi con librone in mano a scegliere, ordinare e poi aspettare che il proprio gioco fosse trasferito.
Io, tramite questa procedura, solo una volta ho comprato un gioco e ricordo come fosse oggi che portai a casa la mia cassetta C10 con dentro il videogame di “Popeye” (Braccio di Ferro) che ho sempre amato e giocato in sala giochi.
Poi ho imparato che con la doppia piastra stereo che avevo in casa potevo tranquillamente duplicare tutte le cassette che volevo e lì mi si è aperto un nuovo mondo.
Oggi questo grande negozio di elettronica ha chiuso da tempo e non c’è più, al suo posto c’è uno squallido negozio di cinesi che vende scartoffie a prezzi ridicoli … che brutta fine che stiamo facendo.
Quando adesso ci passo davanti non posso fare a meno di ricordarmi che anche quel fondo ha fatto parte della mia storia giovanile.

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