mercoledì 23 marzo 2016

L'azimut: il primo nemico da sconfiggere


L’azimut era situato in un forellino minuscolo che si trovava nei registratori Commodore.
Esso veniva regolato grazie ad una vite che girava tramite un mini cacciavite che veniva inserito nel foro e calibrava la cassetta inserita e quindi la testina del registratore.
Esistevano anche delle cassette per allineare l’azimut che erano molto utili, il problema però era dovuto al fatto che non tutte le cassette in possesso erano calibrate allo stesso modo: c’erano quelle originali, quelle da edicola, quelle copiate da noi, quelle in turbo load, quelle registrate dai nostri listati, quelle imprestate dagli amici, quelle che si stavano smagnetizzando … quindi spesso capitava che per poter caricare e giocare a qualcosa si doveva inserire il cacciavite nel foro fino ad arrivare a calibrare l’azimut.
Nelle cassette si trovavano due tipologie di caricamento che potevano più o meno aiutarci a calibrare la vite.
La prima tipologia era la cassetta  che durante la fase di caricamento mostrava righe colorate modello arcobaleno, la seconda invece presentava uno schermo celeste fino alla fine.
I caricamenti “colorati” erano migliori perché dopo un po’ che utilizzavamo il nostro Commodore imparavamo quale doveva essere il giusto spessore delle righe colorate e girando il cacciavite un po’ più a destra o un po’ più a sinistra si riusciva a calibrare quasi perfettamente la testina.
Se le righe erano troppo grosse o sparivano voleva dire che stavamo sbagliando qualcosa, se le righe erano belle unite e di uno spessore di qualche millimetro vuol dire che eravamo nel giusto e che il programma sarebbe comparso da lì a poco.
La seconda tipologia era la cassetta che durante il caricamento mostrava solo una schermata a tinta unita e di colore celeste.
Dovevamo pregare che l’azimut fosse regolato bene, altrimenti non sapevi più dove battere la testa.
Anche perché i giochi del Commodore non erano così immediati nel comparire a video, se un gioco richiedeva 3 minuti di caricamento ed aveva la testina sfasata dovevamo ritornare indietro e girare la vite, ricaricare il gioco e sperare che i successivi 3 minuti siano fortunati altrimenti si doveva rifare continuamente l’operazione da capo finchè non si aveva la fortuna prima o poi di riuscire a trovare la giusta calibrazione.
Per fortuna esistevano anche dei modelli di registratori che ci aiutavano nell’impresa.
Io a suo tempo sono stato il felice e fortunato possessore di un registratore (che posseggo tutt’ora) che aveva un tasto laterale che faceva sentire il suono della cassetta mentre girava.
Dopo un po’ di ascolto e quindi dopo averci fatto l’orecchio, giravamo il cacciavite finchè non arrivavamo al giusto “suono” e quindi alla buona riuscita del caricamento.
Contando che tutti abbiamo provato almeno una volta a inserire una cassetta Commodore nello stereo di casa, come dimenticarci del: “PIIIIIIIIIII CRCRCRCRCRCR PIIIIIIII TZINTZINTZINTZIN CRCRCRCRCRC….”

2 commenti:

  1. Io avevo invece provveduto artigianalmente: avevo collegato un piccolo altoparlante a due dentini che stavano all'interno del registratore, e in tal modo potevo sentire costantemente il suono delle cassette. Ricordo ancora il felice acquisto di un mio amico, un registratore che "caricava tutto" senza problemi. In effetti molte cassette originali e non le caricava correttamente, ma io e un mio amico, quando andavamo a casa sua per giocare, eravamo sempre pronti a "sverginarlo". Non ti dico la faccia terrorizzata del mio amico quando vedeva che ci avvicinavamo minacciosi col cacciavite al suo immacolato datassette!

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  2. Senti senti..... esistevano anche registratori "carica tutto"?
    Fortunato il tuo amico, io e tutti i miei amici che a suo tempo eravamo felici possessori di Commodore eravamo sempre con il cacciavite in mano a tarare azimut

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