venerdì 4 novembre 2016

Cartucce - Un emozione senza tempo


        

L’emozione più grande che mi ha dato il Commodore Vic 20 è stato quando per la prima volta ho preso in mano una cartuccia.
Come detto in uno dei primi post di questo blog, insieme all’acquisto del fratellino minore di casa Commodore (che è stato il primo oggetto videoludico che ho avuto) ho portato a casa un gioco su cartuccia dal nome di “Omega Race”.
Questi giochi avevano la particolarità di essere dentro una scatola con sfondo grigio/argento costellato dai colori più accesi.
Queste scatole avevano il logo “VIC 20” arcobalenato bello in alto mentre il logo della mitica Commodore si trovava sulla parte inferiore.
Nel centro della scatola c’era il titolo forgiato di un’immagine che parlava del gioco.
Immagini favolose, spettacolari, disegnate veramente bene …. Un acchiappo fantastico per chi gognava uno dei giochi per questa macchina straordinaria.
Quando si prendeva in mano una di queste scatole, guardando le scritte e l’immagine, si andava con la mente a fantasticare immaginandoci il disegno che si concretizzava sulla tv di casa sotto segno di pixel.
Già … i pixel … quello che vedevamo sulla tv per noi non era quello che in realtà appariva …  perché mentre giocavamo quell’omino deforme che vedevamo solo con gli occhi, in realtà lo immaginavamo come compariva nella scatola.
Durante il gioco molto era lasciato all’immaginazione.
Ognuno vedeva l’eroe davanti alla tv a modo suo e sicuramente non come appariva sullo schermo.
Ed ecco che (per esempio) l’astronave di “Omega Race” non era un triangolino, ma un astronave modello Star Wars che combatteva contro nemici pericolosi.
Ecco che “Clowns” non era fatto da omini stilizzati come si vedeva nella tv, ma la nostra mente li vedeva come veri e propri pagliacci vestiti e truccati di tutto punto come nel circo Orfei.
Dentro la scatola c’era il manuale della spiegazione del gioco ed ovviamente quello veniva letto di tutto punto e attentamente dalla prima all’ultima riga, senza perdersi una sola parola.
Io non so voi, ma ultimamente quando mi capita di comprare un gioco, tutto faccio fuorchè leggere il manuale della spiegazione del videogames.
Un tempo invece non si buttava via niente, tutto quello che c’era nella scatola veniva attentamente preso in considerazione.
E poi  arrivava lei…la cartuccia…bella, solida e bianca.
Che ci guardava con quella scritta monocolore e quei denti dorati da infilare nello slot apposito del Commodore.
E lì, una volta infilata, si apriva davvero un mondo …fatto di immaginazione e allegria.



mercoledì 26 ottobre 2016

International Soccer - Il vero calcio!!!


Perdonatemi per questa recensione che arriva dopo oltre un mese dall'ultima fatta.
Purtroppo sono stato preso dal troppo lavoro e non ho davvero avuto tempo utile per scrivere una nuova recensione.
Ma veniamo a noi.... Quale calcio mi ha regalato più emozioni nel  Commodore 64?
Sicuramente e senza ombra di dubbio dico ad occhi chiusi: “International Soccer”.
Questo gioco è nato nel 1983 (ebbene sì…sono passati ben 33 anni) ed è stato sviluppato dalla stessa Commodore.
Gioco fantastico (soprattutto se giocato in due, uno contro l’altro).
Il gioco già partiva bene perché si poteva scegliere il colore delle maglie tra le tante tinte a disposizione.
Tra le tante opzioni c’era addirittura il bianco/nero per chi ancora non disponeva di tv a colori (ebbene sì, nel 1983 non tutti avevano un televisore a colori).
C’erano ben 9 livelli di difficoltà da scegliere prima di iniziare la partita.
Addirittura ricordo che in caso di attesa davanti allo schermo, appariva una partita fittizia computer contro computer.
Direi un gioco avanti di diverse decine di anni rispetto agli attuali e con idee innovative.
Sia il giocatore più vicino all’attaccante avversario che quello che ha la palla, cambiano tonalità di colore rispetto agli altri.
Addirittura il giocatore che ha la palla al piede si muove più lentamente rispetto agli altri.
Nel gioco sono comprese le rimesse laterali, quelle dal fondo e i calci d'angolo.
I falli?
Non contemplati in questo gioco e per rubare la palla all'avversario basta raggiungerlo.
E come dimenticare alla fine della partita l’animazione straordinaria con la premiazione della squadra vincitrice?
Come dimenticare la mitica e bella (noi la vedevamo così) ragazza mora che portava il trofeo al capitano che poi sollevava la coppa?
Un gioco straordinario… giocabile… e incredibilmente competitivo nelle gare a due contro un'altra persona.
Un gioco che a suo tempo era avanti di molti anni rispetto a tanti che sono arrivati successivamente, perché comprendeva davvero tutti i crismi per farsi una bella partita a calcio virtuale… soprattutto tenendo conto in quanti pochi byte stava tutto il gioco.
E poi… come dimenticare il calciatore che prende la palla di testa e dalla difesa arriva in porta facendo goal sempre con la palla che gli rimbalza sul capo?
FAVOLOSO

venerdì 16 settembre 2016

Snoopy - Grande fumetto, grande gioco


Finalmente sono riuscito a scrivere un nuovo post dopo oltre un mese.
Mi scuso per tutti quelli che hanno aspettato, ma sia le vacane che la ripresa del lavoro mi hanno stoppato.
Finalmente adesso sono tornato.
E non potevo che ricominciare se non recensendo un gioco per Commodore 64.
Questo  gioco di cui parlerò adesso rispecchia al meglio cosa dovrebbe essere un videogioco, ovvero far divertire con un’idea semplice ma con una grande giocabilità.
Questo gioco creato nel 1984 si intitola “Snoopy”.
Ebbene si!!!
Il nostro protagonista è il simpatico bracchetto creato da Schulz e che ha come padrone il famoso Charlie Brown.
Snoopy in questo gioco deve attraversare 20 livelli, saltando ed evitando ostacoli, stando attento ai più piccoli imprevisti.
Niente di complicato sulla carta, in realtà in tutto il gioco basta muoversi, saltare e scegliere il tempismo giusto, ma non è così facile superare i vari livelli, soprattutto da un certo punto in poi (com’è giusto che sia).
Ricordo che vidi questo gioco a casa di una compagna di classe delle medie, poco prima che il biscottone entrasse a casa mia.
Fu amore a prima vista.
La cosa che mi fece letteralmente sbavare non era tanto dovuta al fatto che amassi particolarmente il fumetto, neanche la semplice giocabilità o il fatto che il nostro personaggio fosse riprodotto come meglio non si poteva sul C64 …. Quello che mi colpì letteralmente furono gli orecchi del nostro amico che si alzano nel  momento del salto.
Un’animazione fantastica …. Il cane saltava e le orecchie si alzavano, riabbassandosi in contemporanea alla tocco in terra dopo il balzo.
Un gioco che amo tutt’ora.
Ancora adesso spesso mi ritrovo a giocarci e come un tempo mi fa arrabbiare quando muoio negli schemi più semplici.
Come allora non riesco a staccarmici dopo che ho iniziato a farlo, una volta caricato mi rendo conto di fare partite su partite senza aver il coraggio di spengere il Commodore, sperando di andare sempre più avanti con gli schemi.
Da provare se non lo avete mai fatto.

mercoledì 10 agosto 2016

Lo so.......

....non mi sono fatto vivo da diversi giorni.
Adesso iniziano le meritate ferie.
Ci rivediamo a settembre con nuove...nuovissime recensioni.
Non perdiamoci di vista, mi raccomando.

mercoledì 20 luglio 2016

TOM - Un nuovo miracolo per Commodore (Amiga e 64)


Si può nel 2016 inventare qualcosa di nuovo e di molto utile per le macchine Commodore?
La risposta è una sola: SI!!!
Dopo la favolosa e imbattibile “Princess” della Manosoft (recensita su questo blog un po’ di tempo fa) arriva un prodotto impensabile fino a poco tempo fa.
Il prodotto si chiama “TOM” ed ha una funzione semplice ma utilissima.
Ma prima di spiegare a cosa serve faccio un piccolo passo indietro … tempo fa giocando al mio biscottone mi è venuto un pensiero.
Ho pensato ai famosi joystick per Commodore a 9 pin e come questi saranno fra qualche anno merce rara.
Mi è venuto da pensare che saranno sempre meno quelli funzionanti e soprattutto quelli con l’impugnatura solida con tutti i direzionali perfetti.
Basta vedere quanto costano su ebay o altri siti di compravendita  i famosi “Albatros” che si avviano anche sui 50 euro al pezzo.
Addirittura io personalmente chiesi anni fa su diversi forum commodoriani se esisteva qualcosa come questo “TOM” (di cui adesso dirò l’utilità) ma tutti mi risposero picche.
Adesso è uscito in sordina questo prodotto che ho voluto provare con l’incognita e il rischio di buttare via i soldi.
E invece mi ha dato un enorme soddisfazione.
Adesso mi direte … ma ci dici a cosa serve?
Ebbene, partiamo dicendo che TOM si mette su una delle porte a 9 pin dell’Amiga o del Commodore 64 (in quest’ultimo dato che non si inserisce, ci vuole una piccola prolunga maschio/femmina venduta a parte).
Dalla parte opposta di TOM c’è una porta USB dove poter attaccare un gamepad usb.
Ebbene si!!! Avete capito bene!!!
Possiamo giocare al Commodore 64 o all’Amiga con un gamepad usb.
Io l’ho provato ed è una figata pazzesca.
Non ci saranno più problemi causati da joystick che spesso hanno problemi di funzionamento o che si rompono con niente.
Adesso possiamo giocare con un qualsiasi gamepad usb, con una sensibilità favolosa e senza il rischio in caso di rottura di non sapere dove andare a sbattere la testa.
Se lo volete comprare, andate su questi indirizzi:
Sono gentilissimi e se non specificato arriva già configurato per Amiga.
Se invece lo volete usare su Commodore 64 ricordatevi di comprare anche la prolunga e chiedetegli di farvelo arrivare configurato per il biscottone.
Un prodotto che non vi deluderà.

lunedì 11 luglio 2016

Battle Chess - Gli scacchi umani


Mettetela come volete ma a me i giochi di scacchi su computer o console non mi sono mai e poi mai piaciuti… a parte uno.
Ricordo che ce n’era uno per Commodore 64 (di cui non ricordo il titolo) che aveva ovviamente una grafica blanda, ma soprattutto aveva un tempo di attesa per la mossa del computer da orchite.
Esiste fortunatamente un eccezione straordinaria che mi ha fatto giocare ad un gioco virtuale di scacchi in maniera appassionata per ore ed ore.
Il gioco in questione l’ho giocato su Amiga, si chiama “Battle Chess”, uscì nel 1988 e fu sviluppato dalla Interplay Entertainment.
Un gioco di scacchi diverso da tutti gli altri che ha dalla sua una giocabilità che nessun gioco del genere è mai riuscito ad eguagliare.
Come funziona? Facile!
Si inizia con la classica scacchiera e con i pezzi sistemati sulle loro posizioni.
La grafica è colorata e lo stile è cartoonesco.
Ovviamente si devono conoscere le regole di questo fantastico gioco antico e quando si gioca la prima volta, provando la mossa iniziale di Battle Chess si resta a bocca aperta.
Non è il classico pedone statico che si muove in orizzontale e si ferma, ma addirittura prende sembianze umane e cammina sulla scacchiera fino a fermarsi nel nostro punto indicato.
Addirittura quando un pezzo deve mangiarne un altro si crea un vero e proprio combattimento.
Il pedone, la torre, l’alfiere, il cavallo, il re o la regina …. tutti i pezzi della scacchiera diventano umani e si muovono, combattono e ci divertono.
Perché la vera novità e gioia di questo gioco è proprio il divertimento.
I combattimenti animati sono favolosi, da sganasciarsi dal ridere.
Ogni pezzo muore sotto combattimento in modo diverso in base a chi lo distrugge quindi, per fare un esempio, il cavallo ha un differente modo di morire dovuto al fatto che a farlo fuori sia l’altro cavallo, la torre o qualsiasi altro pezzo.
E sono tutti combattimenti con relativa morte che fanno ridere: la torre che si sgretola, il re che resta in mutande, il pedone che scappa ma viene preso al secondo tentativo di fuga … insomma … è favoloso e comico.
Ammetto che il mio pezzo preferito di Battle Chess sia la torre.
Quando si anima sembra il personaggio della “cosa” dei Fantastici 4 e il suo modo di distruggere gli avversari spesso è a suon di cazzottoni che ricordano il rimpianto Bud Spencer.
L’ultimo appunto è sul livello di difficoltà del gioco: io non ho MAI vinto.

giovedì 7 luglio 2016

Caricamenti infiniti


Riprendo in parte un argomento che avevo intrapreso in altri post e che vorrei scrivere in maniera più dettagliata.
Se c’è una cosa che mi ha faceva perdere la pazienza, erano i caricamenti delle cassette Commodore.
Tutti quei minuti estenuanti erano spesso frustranti perché di solito mentre caricava il primo gioco mi facevo il panino alla Nutella, al secondo andavo in bagno, al terzo leggevo qualcosa e al quarto già non sapevo più che fare.
Purtroppo questo capitava quando c’era una nuova compilation da vedere, sopratutto quando avevo pappardelle tipo il supplemento Edigamma da “100 Games” con 4 cassette da 13 giochi per lato.
Da una parte la curiosità di vedere i giochi contenuti, dall’altra lo spappolamento degli attributi dopo un po’ di caricamenti.
Anche gli Special Program provocavano a volte queste attese estenuanti: prima caricava il testo con la spiegazione del gioco, poi dopo altri minuti di caricamento appariva il disegno a schermo fatto da Gil con la presentazione e poi alla fine arrivava il gioco vero e proprio … tutto questo dopo diversi minuti di attesa davanti allo schermo.
Purtroppo spesso i giochi che arrivavano erano delle vere e proprie ciofeche, quindi l’attesa ricominciava ricaricando il gioco successivo.
Ovviamente il trucco era quello di segnarsi su un quaderno il nome della cassetta con i nomi dei giochi con relativo numero del contatore, stando attenti a partire dallo 000 e a non premere il reset del contatore durante lo svolgimento di tutta la cassetta.
Il problema sorgeva quando per qualsiasi motivo andava cambiato il registratore, ognuno aveva la sua velocità del timer e quindi non tornava con quello segnato sul quaderno, dovendo ricominciare tutto da capo.
In questo frangente con i registratori che avevano il tasto laterale che faceva sentire il suono della cassetta mentre girava avevamo vita facile, perché sentivamo le pause e gli stacchi della fine di ogni programma … altrimenti era un gran casino.
L’arrivo del floppy è stato un evento perché non solo era più veloce, ma potevamo scegliere il gioco indipendentemente dalla posizione in cui era inserito.